IZS UM 10/20 RC
DIAGNOSTICA 2.0: STRUMENTI INFORMATICI A SUPPORTO DELLA DIAGNOSI IN SANITÀ ANIMALE. UNA POSSIBILE CERTIFICAZIONE DEL PERCORSO. IL SISTEMA DIA-PACEMAKER PER LA VETERINARIA DEL FUTURO
Responsabile Scientifico: Livia Moscati
Area tematica: Sanità animale
Parole chiave: Appropriatezza, protocolli, veterinario aziendale
Razionale del progetto
Il concetto di “appropriatezza” appare in medicina umana negli anni '90 ed è ben sintetizzato dall'affermazione: "I test inappropriati potrebbero essere definiti come quelli che potrebbero ragionevolmente essere evitati senza alcun danno significativo alla cura di un paziente". Tale concetto trova le sue radici nella Evidence Based Medicine (EBM) e fa riferimento a quattro pilastri fondamentali quali l’effettiva necessità, la sicurezza, l’efficacia clinica e il costo. In altre parole studia gli aspetti tecnici, clinici, organizzativi ed economici. Sebbene la ricerca dell’appropriatezza, tra le sue finalità, abbia quella della razionalizzazione della spesa sanitaria, essa non si restringe affatto al contenimento dei costi, ma si ispira più in generale alla necessità di fornire, integrando varie competenze culturali, riferimenti operativi efficaci ed orientamenti pratici.
In medicina veterinaria, l’interazione tra industrializzazione dei sistemi produttivi, nuove tecnologie diagnostiche e presenza di patogeni opportunisti, ha reso complesso e dispendioso il processo diagnostico che include l’impiego di esami analitici per suffragare o escludere le ipotesi avanzate.
In tale contesto l’appropriatezza diagnostica in medicina veterinaria può tradursi in un approccio metodologico che integra il processo clinico con le indagini di laboratorio, utilizzando le migliori evidenze scientifiche disponibili, mediate l’utilizzo appropriato delle metodiche analitiche e statistiche a disposizione. Inoltre, anche nell’ottica di rispetto del benessere animale e di corretto utilizzo del farmaco, è indispensabile che l’attività diagnostica si basi sull’utilizzo di specifici protocolli.
La necessità di una “appropriatezza diagnostica”, nasce essenzialmente dall’esigenza di disporre degli strumenti più efficaci nell’individuare e gestire correttamente le patologie presenti in allevamento nonché di predisporre soluzioni gestionali di lunga durata se non definitive.
In un moderno sistema zootecnico è quindi indispensabile che l’attività diagnostica si basi su specifici protocolli che attraverso l’utilizzo di sistemi informatici possano guidare il veterinario aziendale a seguire un percorso virtuoso verso la diagnosi. Tale sistema di lavoro, da noi chiamato Dia-Pacemaker, può essere un supporto per il veterinario aziendale al quale fornirà strumenti per poter indirizzare in maniera appropriata la diagnosi, rendendo il processo più efficiente ed omogeneo.
Al fine di fornire strumenti decisionali al veterinario aziendale, saranno implementati percorsi basati su una serie di protocolli diagnostici standardizzarti costruiti sulla base di sindromi cliniche in popolazioni animali in ambito zootecnico. Tali sistemi saranno sviluppati con il fine di rispondere alle domanda: “Qual è la probabilità che alcuni agenti patogeni possano essere correlati con la sindrome clinica osservata?” e “quali sono i test diagnostici più appropriati e le matrici da prelevare?”.
Il percorso Dia-Pacemaker potrà quindi supportare il veterinario aziendale sia al corretto campionamento ma anche e soprattutto ad una appropriata richiesta di test di laboratorio.