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IZSUM 03/23 RC

RISKS ON PASTURES (ROP): VALUTAZIONE DEI RISCHI LEGATI A SANITÀ E BENESSERE   DEGLI ANIMALI ALLEVATI AL PASCOLO

Responsabile scientifico: Nicoletta D'Avino

Area tematica: Benessere Animale

Parole chiave:

Razionale del progetto

L’utilizzo del pascolo quale parte integrante dei sistemi di allevamento degli animali di interesse zootecnico rappresenta attualmente un hot-topic al centro di politiche nazionali ed europee. L’opinione pubblica percepisce il pascolamento come un’attività che garantisce benessere animale e tutela del territorio e le istituzioni hanno definito premialità (PAC23-20, SQNBA) che includono specificatamente tale pratica. Attualmente, sul territorio nazionale solo per la specie bovina più di due milioni di capi sono allevati al pascolo, con modalità, tempi, e pratiche quanto mai variabili. Nonostante questa concezione positiva, sono molteplici i fattori di rischio del pascolamento che devono ancora essere definiti così come deve ancora essere sviluppato un protocollo condiviso per la loro gestione.

Relativamente al benessere animale, il pascolamento presenta rischi legati a diversi fattori: predazioni, variazioni meteorologiche, adeguatezza dell’alimentazione e dell’approvvigionamento idrico, applicazione di misure di biosicurezza [1] sono solo alcuni dei punti critici. Gli attuali sistemi di valutazione del benessere animale non sono ancora adeguati a garantirne un corretto monitoraggio, ad esempio, protocolli come Awin e Welfare Quality in Europa o FARM (Farmers Assuring Responsible Management) per gli Stati Uniti, non includono items per il pascolo [2]. Anche nel sistema Biocheck®, sviluppato dall’università di Gent, il pascolo non viene preso in considerazione. Solo recentemente sono state sviluppate checklist nell’ambito del sistema Classyfarm come, ad esempio, per la linea vacca-vitello che includono valutazioni al pascolo. Da queste considerazioni nasce l’esigenza di disporre di dati che esaminino tale pratica con un approccio multidisciplinare.

Ad oggi, l’evoluzione del settore tecnologico ed informatico permette di disporre di dispositivi dotati di batterie ad elevata durata e di estrema precisione di rilevazione come mai prima. L’unione tra l’utilizzo di tecnologie di “precision livestock farming” (PLF), il sistema Classyfarm e la corretta analisi dei dati che ne deriverebbero potrebbero rappresentare lo strumento ottimale per definire alcuni dei rischi dell’allevamento estensivo in diverse specie di interesse zootecnico rispetto al benessere animale.

Tra i rischi, l’attenzione è altresì rivolta ai temi della biosicurezza derivanti dall’interfaccia tra domestico e selvatico soprattutto per valutare il rischio di malattie condivise [3], elemento essenziale nella definizione del benessere animale e fondamentale in termini di sanità pubblica. Se la presenza della Peste Suina Africana nelle popolazioni di cinghiali è di difficile controllo e rappresenta un rischio per la zootecnia intensiva e per allevamenti locali tipici, in molte aree dell’appennino centrale, densamente popolate da cinghiali e ampiamente utilizzate per il pascolo di bovini e altre specie sensibili, è ben noto il rischio di diffusione di malattie come la Tubercolosi in entrambe le popolazioni. Il selvatico può diventare reservoir di molti patogeni, appare quindi necessario conoscere le dinamiche spaziali di entrambe le popolazioni per poter prevenire il rischio di infezioni condivise.

In questo contesto la presente ricerca si propone; 1) di quantificare i rapporti esistenti tra animali selvatici e animali al pascolo; 2) di esaminare i fattori di rischio sanitario dell’interfaccia selvatico-domestico; 3 di analizzare le pratiche gestionali e quelle legate all’utilizzo del farmaco, in ottica di riduzione dei fenomeni di antibiotico-resistenza, e al benessere animale attraverso il sistema Classyfarm; 4) di applicare tools di PLF di ultima generazione per monitorare gli animali in aree marginali; 5) di colmare i gap della letteratura evidenziati nelle più recenti pubblicazioni [1,2], delineando fattori di rischio da considerare in protocolli condivisi.