IZS UM 012/18 RC
VALUTAZIONE DELLA PREVALENZA DI CLOSTRIDIUM DIFFICILE SULLE CARCASSE SUINE E LUNGO LA FILIERA DEI SALUMI NEL TERRITORIO UMBRO-MARCHIGIANO ATTRAVERSO LO SVILUPPO DI METODI RAPIDI PER LA RILEVAZIONE
Responsabile Scientifico: Stefania Scuota
Area tematica: Sicurezza alimentare
Parole chiave: Clostridium difficile, filiera suina.
Razionale Del Progetto
Negli ultimi anni è stato osservato un aumento di casi di infezioni da Clostridium difficile (CDI) non più solo in ambito nosocomiale ma anche in persone non considerate a rischio. Si è, inoltre, osservata una variazione nel comportamento di questo microrganismo che tende sempre più a diventare virulento e aggressivo. Questo ha reso necessario approfondire nuove vie di diffusione di CDI includendo la possibilità che tale trasmissione potesse avvenire per via alimentare.
Sono stati effettuati diversi studi in Europa, negli Stati Uniti e in Canada, su varie categorie di alimenti crudi sia di origine animale, che di origine vegetale, venduti al dettaglio. Le analisi effettuate hanno dato risultati molto variabili, probabilmente a causa dell’assenza di un metodo standard per la ricerca di C. difficile da alimenti. In generale, comunque, gli studi effettuati in Europa hanno dato risultati di prevalenza più bassi (fino al 3% per i prodotti a base di carne) rispetto a quelli effettuati in Canada e negli Stati Uniti (fino al 42% per i prodotti a base di carne).
Diversi studi, condotti sia in Europa che nel resto del mondo, hanno, inoltre, rilevato la presenza di C. difficile in varie categorie di animali al momento della macellazione. In particolare, per quanto riguarda i suini, in bibliografia sono presenti studi, eseguiti su carcasse, che mostrano dati di prevalenza compresi tra il 7% e il 23%.
I dati epidemiologici raccolti fino a questo momento non sono ancora sufficienti per includere con certezza C. difficile tra gli agenti di malattia a diffusione alimentare (MTA). Si ritiene pertanto utile continuare ad approfondire questo argomento, con particolare attenzione alla filiera dei salumi al fine di stabilire se prodotti stagionati a base di carne cruda suina possano rappresentare un potenziale veicolo di spore di C. difficile.