IZS UM 003/18 RC
ANTIBIOTICO RESISTENZA NELL’AMBIENTE CIRCOSTANTE UN ALLEVAMENTO: LA SCATOLA NERA
Responsabile Scientifico: Roberta Galarini
Area tematica: Sanità Animale
Parole chiave: antibiotico-resistenza, allevamento, feci
Razionale del progetto
L’inclusione, per così dire, nella categoria dei “contaminanti ambientali” anche dei farmaci usati in allevamento e in medicina umana è assodata da oltre un quindicennio. Ciò è testimoniato anche dal fatto che per la prima volta, nel 2013, l’Unione europea ha addirittura ritenuto alcune di queste sostanze di interesse prioritario per le politiche sulle qualità delle acque interne. Infatti, banalmente, l’estensione e l’intensificazione di alcune attività produttive e dei presidi ospedalieri ha portato al ritrovamento di residui di sostanze ad azione farmacologica anche in matrici “non convenzionali” e remote, quali bacini acquiferi, sedimenti e suoli. Questi residui possono generare una pressione selettiva sui batteri che popolano questi ambienti, incrementando i fenomeni di antibiotico-resistenza (AMR). L’ambiente, accanto ad animali e uomo, è considerato il principale “reservoir” di antibiotico resistenza e come tale è stato inserito tra le priorità nel piano di azione della EU contro la diffusione dei fenomeni di resistenza antimicrobica.
In ambito zootecnico, la pratica dello spargimento dei liquami rappresenta un ulteriore fattore di criticità nella diffusione dei batteri e dei determinanti di antibiotico-resistenza nel suolo. A tutt’oggi non è ben nota però la correlazione tra la presenza di antimicrobici e di AMR nelle feci e un eventuale aumento delle resistenze nel suolo e neanche quale sia la concentrazione minima di un certo antibiotico capace di selezionare ceppi resistenti.
Ciò premesso, scarsa è anche la disponibilità a livello nazionale di metodi analitici adeguati per la determinazione di residui di farmaci in matrici ambientali in quanto, storicamente, i farmaci veterinari sono stati sempre rilevati e quantificati all’interno degli adempimenti e dei controlli previsti dalle politiche di sicurezza alimentare. Analogamente, approcci bio-molecolari per la determinazione di “panel” di geni antibiotico resistenti (AGR) in matrici ambientali collegate a siti di interesse zootecnico devono essere sicuramente sviluppati. La disponibilità di questi strumenti analitici rappresenta la “condicio sine qua non” per poter procedere a studi che vengono ormai considerati non procastinabili atti a comprendere il destino dei residui di antibiotici e il loro effetto sulla resistenza nei vari comparti, ovvero deiezioni, suolo, acqua e piante.