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IZSUM 06/23 RC

Immunocontraccezione orale per la gestione nella fauna selvatica: Studio pilota (SPERMATRON)

Responsabile scientifico: Marco Gobbi

Area tematica: Sanità Animale

Parole chiave: fagi, immunocontraccezione, cinghiale

Razionale del progetto

In Italia, la questione del sovrappopolamento dei cinghiali è un problema che desta preoccupazione per i numerosi danni all'ecosistema e all'agricoltura, nonché per il crescente rischio di gravi incidenti stradali.
I cinghiali, rappresentano una grave minaccia per la biosicurezza a livello globale e riducono inoltre la produttività agricola causando gravi danni ecologici. Il controllo di questa specie è reso difficile dalla loro grande capacità riproduttiva e dall'ampia capacità di dispersione in ambienti antropizzati e non [1]. Un ulteriore problema da affrontare in merito al controllo della popolazione dei cinghiali è quello relativo all'ambito sanitario in quanto questa specie rappresenta un grande serbatoio di malattie dei suini domestici, il che crea un rischio significativo per la produzione suinicola commerciale. Sono infatti un reservoir di malattie pericolose per l'uomo, gli animali domestici, il bestiame e la fauna selvatica (ad es.Peste Suina Africana, Trichinellosi e Tubercolosi) [2]. La caccia e l'abbattimento sono metodi inefficaci,
costosi ed inaccettabili per i cittadini ed il cambiamento culturale nei confronti delle strategie di controllo letali sta portando alla necessità di sviluppare strumenti alternativi di gestione della fauna selvatica, come, ad esempio, il controllo della fertilità.
L'immunocontraccezione rappresenta quindi una strategia molto promettente per il controllo della popolazione [3,4]. Ad oggi, sono stati sviluppati vaccini iniettabili per l'uso in diverse specie domestiche, tra cui bovini, equini, ovini e suini [5]. Tuttavia, la necessità di catturare e immobilizzare gli animali selvatici per il trattamento limita notevolmente le applicazioni in campo di questi ultimi. In particolare, gli immunocontraccettivi iniettabili sono stati utilizzati con successo in molte specie di mammiferi, tra cui cavalli selvatici, cervi, bisonti ed elefanti africani [3], ma questi presidi non sono pratici in quanto è necessaria l'immunizzazione di ciascun animale. Recentemente un gruppo di ricerca del College of Veterinary Medicine della Auburn University (Alabama) ha sviluppato un presidio immunizzante costituito da fagi modificati per esporre peptidi omologhi ad alcune proteine presenti sulla superficie degli spermatozoi, normalmente coinvolte nella fusione con la cellula uovo durante la fecondazione [6].
Attualmente, gli studi in vitro effettuati dalla Auburn University, mostrano che gli anticorpi anti-spermatozoi indotti da questo presidio immunizzante sono in grado di inibire il legame degli spermatozoi con gli ovociti, riducendo la scissione degli embrioni e la formazione di blastocisti.
Alla luce di questi risultati preliminari, obiettivo del presente progetto è quello di sperimentare un nuovo immunocontraccettivo orale basato sull'utilizzo di questi carrier attraverso uno studio pilota nei suidi, potenzialmente impiegabile per il controllo della fertilità e la gestione della popolazione selvatica.
Ulteriore obiettivo del progetto sarà quello di studiare e caratterizzare la risposta immunitaria dopo la somministrazione della formulazione gastro-resistente del presidio immunizzante e successiva valutazione della specificità degli anticorpi prodotti. L'obiettivo a lungo termine sarà infatti la possibilità di utilizzare tale presidio a sostegno delle politiche di controllo della fauna selvatica e dei programmi di eradicazione delle malattie.