Leptospirosi

INFORMAZIONI GENERALI
La Leptospirosi è un’infezione causata da batteri a forma di spirale (spirochete) appartenenti al phylum Spirochaetaes, famiglia Leptospiraceae, genere Leptospira. E’ stata descritta per la prima volta da Adolf Weil nel 1886, che per primo evidenziò il quadro clinico della forma itterica, che si presentava con ittero, febbre e splenomegalia. Certamente conosciuta in Cina fin dai tempi antichi quale malattia professionale dei coltivatori di riso, sembra essere stata introdotta in Europa nel XVIII secolo attraverso i ratti. Le leptospire hanno caratteristiche morfologiche uniche nel mondo dei batteri. Hanno forma di elica e sono muniti di un endoflagellum che consente loro di muoversi. Sono stati individuati più di 350 serovars appartenenti a due specie: la Leptospira interrogans a cui appartengono i ceppi patogeni e la Leptospira biflexa a cui appartengono i ceppi saprofiti. Questi ultimi sembrano non essere in grado di provocare la malattia. La leptospirosi rappresenta una zoonosi comune in tutto il mondo ma particolarmente diffusa nelle regioni tropicali e subtropicali, dove gli ambienti caldo umidi ne favoriscono la diffusione. I batteri sopravvivono infatti bene nelle acque dolci, fango e vegetazione umida diffondendosi così molto rapidamente durante le piogge e alluvioni. Numerose specie di animali selvatici o da compagnia possono essere serbatoio del microrganismo: bovini, suini, equini, cani, roditori e animali selvatici. Il maggior serbatoio è però rappresentato dal ratto, principalmente il Rattus norvegicus e il Rattus rattus. Le leptospire colonizzano i tubuli renali di tali animali e possono rimanervi per mesi o anni. Durante questo periodo l’ambiente esterno, e soprattutto le acque, possono essere contaminati attraverso le escrezioni urinarie. L’uomo può così infettarsi entrando a contatto diretto o indiretto con acqua, cibo o suolo contaminato, attraverso piccoli tagli o abrasioni della pelle, oppure tramite le mucose. Le leptospire penetrano dunque nel circolo sanguigno dove permangono per circa una settimana, durante la quale si manifestano febbre e danni endoteliali con vasculiti sistemiche causate da endotossine batteriche. La trasmissione può anche avvenire attraverso il contatto sessuale o attraverso il latte materno. Il periodo di incubazione varia da 7 a 12 giorni, sebbene possa ridursi a soli 2 giorni o a più di 30 giorni. Generalmente la malattia si presenta in forma bifasica acuta. Nella prima fase vi è una brusca insorgenza di sintomi simil-influenzali come mal di testa, brividi, dolori muscolari, febbre e ittero (pelle e occhi gialli), dolori addominali e diarrea. Nel caso si sviluppi una seconda fase della malattia possono verificarsi disfunzioni a carico del fegato, reni, polmoni e cervello (meningite). I reni rappresentano il primo bersaglio della malattia, probabilmente a causa della capacità del microrganismo di localizzarsi a livello dei tubuli renali.
ASPETTI EPIDEMIOLOGICI
La distribuzione geografica e la diffusione del microrganismo possono essere influenzate da diversi fattori: cambiamenti ambientali, cicli stagionali, condizioni socio-economiche ed igienico-sanitarie della popolazione.
Nei paesi in via di sviluppo, la leptospirosi è considerata una malattia diffusa prevalentemente in ambienti rurali. Nelle zone periferiche delle aree urbane le condizioni igienico-sanitarie scadenti possono aumentare il rischio di contatto con urine di topo infetto. In questi ambienti, infatti, l’incidenza è in netta crescita. Nelle campagne la malattia è legata principalmente ad alcune attività lavorative a rischio come accade ad esempio per agricoltori, lavoratori nelle miniere, lavoratori del mattatoio e veterinari. Nei paesi occidentali sono in aumento i casi di persone che contraggono l’infezione praticando sport o attività ricreative in ambienti umidi o acquatici.
I dati epidemiologici sulla leptospirosi umana sono limitati e poco attendibili, sia perché in molti paesi la notifica non è obbligatoria, sia perché in alcuni paesi la qualità e la disponibilità di test diagnostici, strutture e sistemi di sorveglianza non sono disponibili. In Italia, la leptospirosi umana è compresa tra le malattie soggette a denuncia obbligatoria dal medico curante all’Ispettorato del lavoro, ai sensi del DM 27.04.2004, in quanto considerata tra i rischi biologici per la salute nel settore zootecnico. Con il recepimento della Direttiva 2003/99/CE è da considerare tra le zoonosi da sottoporre a sorveglianza in funzione della situazione epidemiologica.
La leptospirosi è responsabile dell’infezione di più di 1 milione di persone in tutto il mondo con circa 60000 morti/anno. In Europa i casi confermati nel 2020 sono stati 565, con un tasso di notifica di 0,14/100000 abitanti e un numero di morti pari a 6. In Italia il numero di casi confermati nel 2020 è pari a 18, con un tasso di notifica (0,03/100000 abitanti) inferiore a quello della media europea. L'incidenza della leptospirosi in Italia tra il 2010 e il 2020 è compresa tra i 33 casi nel 2010 e i 18 del 2020, ma la notevole diminuzione dei casi registrati è da attribuirsi soprattutto alla pandemia da Covid 19. Per via della bassa incidenza questa infezione è considerata sporadica quindi in un certo senso “dimenticata”. La diffusione a carattere globale, l'epidemiologia complessa, caratterizzata da numerosi ospiti, vie di trasmissione e sierovarianti coinvolte, nonché le complesse relazioni uomo-ambiente-animali non completamente comprese, rendono necessario elevare l'attenzione su tale zoonosi.
The Surveillance Atlas Infectious Diseases è uno strumento interattivoche fornisce dati aggiornati sulle zoonosi e ne consente la manipolazione per la creazione di grafici e tabelle.
SITOGRAFIA
- https://www.ecdc.europa.eu/en/leptospirosis/factsheet
- https://www.cdc.gov/leptospirosis/index.html
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4442676/
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4442676/
- https://www.izs.it/IZS/Engine/RAServeFile.php/f/pdf_normativa/Iuvene_schede_informative/Leptospirosi.pdf
BIBLIOGRAFIA
- World Health Organization. Human leptospirosis : guidance for diagnosis, surveillance and control. ISBN 92 4 154589 5
- Matassa E., Zoonosi e sanità pubblica, Springer, Milano, 2007
- Haake D.A., Levett P.N. (2015) Leptospirosis in Humans. In: Adler B. (eds) Leptospira and Leptospirosis. Current Topics in Microbiology and Immunology, vol 387. Springer, Berlin, Heidelberg